GIANLUCA BARBERA

Lavora in ambito editoriale. Tra le sue pubblicazioni, il romanzo “La truffa come una delle belle arti” (2016, finalista Premio Neri Pozza, finalista Premio Chianti, finalista Premio Città di Como) e il saggio “Idee viventi“. “Il pensiero filosofico in Italia oggi” (2017). Collabora con le pagine culturali de «il Giornale» e con la rivista online «Pangea».


MOTIVAZIONE

Juan Sebastian del Cano, detto el Perro, cioè il Cane, viaggiò in qualità di nocchiero sulla Trinidad, al fianco di Ferdinando Magellano, per un anno, sette mesi e diciassette giorni. Era quindi la persona più adatta a raccontare in prima persona come si susseguirono gli eventi, fino alla tragica fine dello straordinario comandante nell’oscura isola di Mactan nelle Filippine ed il ritorno in patria dei superstiti. Non è un’avventura da poco quella che viene raccontata, ma nientemeno che la prima circumnavigazione del globo, impresa che durò ben tre anni. Infatti nel 1519 da Siviglia salparono cinque caracche sotto il comando di Magellano e la benedizione del re di Spagna, ma tornò in patria solo la Victoria e del Cano si prese il vanto dell’impresa e anche le ricchezze caricate a bordo.

Furono affrontati ammutinamenti, tempeste, malattie e scontri con indigeni poco commendevoli, ma fino alle Filippine le difficoltà vennero sempre risolte, perchè Magellano era un uomo di acciaio, provvisto di una grande intelligenza e quindi aveva soluzioni per ogni evenienza, anche la più estrema. Del resto conosceva il mare come pochi, lo rispettava, ma amava le sfide contro la sua violenza. La personalità del comandante è forse uno dei tratti che meglio distinguono questo libro, si resta perplessi dal piglio violento con cui teneva in riga i suoi uomini, ma spesso si prova una forma di ammirazione primordiale, tanto che quando muore non si ha quasi più voglia di continuare a leggere, la grande star è uscita di scena. Il libro mette insieme come un mosaico l’avventura umana, il desiderio di fare qualcosa di straordinario, anche se poi se ne pagherà il prezzo in prima persona.  In fin dei conti sulle carte oggi sta scritto Stretto di Magellano nel sud del mondo e ce lo immaginiamo quello che deve aver provato l’intrepido quando le sue imbarcazioni sono planate nella calma dell’Oceano Pacifico, dopo essersi addentrate in corsi d’acqua misteriosi e pieni di pericoli. Anche se la meta finale era raggiungere da Ovest le favolose Isole delle Spezie, di fatto i passi del libro più emozionanti sono proprio quelli in cui Magellano cerca di scuotere lo scetticismo dei marinai che di gran lunga preferivano le calde spiagge brasiliane ai marosi della punta dell’America del Sud. Ma aveva ragione lui, il passaggio esisteva e se anche le frecce avvelenate di millecinquecento indigeni posero fine in modo davvero drammatico al suo peregrinare negli oceani, si è portato a casa un notevole primato. Ci sono libri che semplicemente val la pena di leggere, perchè alla fine si è imparato qualcosa, provando allo stesso tempo forti emozioni. Questo è uno dei quei libri.

Elisabetta Strickland