LUCA BERRETTA (Roma, 1952) è architetto e, dal 1980, lavora nel campo dell’edilizia e dell’interior design. Ha conseguito molti riconoscimenti in ambito professionale partecipando a concorsi nazionali e internazionali. Molti dei suoi lavori sono stati pubblicati su riviste specializzate partecipando a mostre e convegni. Nel suo studio romano si occupa principalmente di progetti residenziali e, negli ultimi anni, si è dedicato alla progettazione di sale cinematografiche. Il signor Ole è il suo primo romanzo.


MOTIVAZIONE DELLA GIURIA

Capita spesso, a fronte di certi accadimenti casuali, sorprendenti o addirittura paradossali, di manifestare istintivamente il proprio stupore definendo quell’incredibile evento come l’esempio di “realtà romanzesca”. Succede quando scopriamo che da una circostanza, un’osservazione o una riflessione del tutto banale scaturisce poi qualcosa di importante destinata a diventare un patrimonio di tutti.

Con questo libro, tuttavia, Luca Berretta al suo debutto letterario, ha dimostrato che è possibile anche seguire il percorso inverso, trasformando in un piacevolissimo e coinvolgente romanzo l’affascinante e realissima storia del signor Ole Evinrude, inventore e realizzatore del primo motore fuoribordo con tutto quel che ne è seguito. Una storia, aggiungo, che perfino molti addetti ai lavori nella nautica conoscono superficialmente o non conoscono affatto perché non sempre gli uomini geniali sono come Enzo Ferrari, Ferruccio Lamborghini, Henry Ford e tanti altri, per restare nel mondo motoristico, capaci di lasciare dietro di se una scia di roboante personalità.

Così Berretta ha il merito, a mio parere, non solo di raccontare in questo libro una bella storia sostanzialmente inedita, ma di averlo fatto quasi come si fa con i bambini, con molta semplicità e perfino tenerezza, calandosi nei personaggi e interpretando, passioni, ansie, amori e dolori di coloro che a vario titolo, ai primi del 900, crearono il prodotto industriale che conosciamo. E cancellando così, il debole confine che separa spesso la finzione dalla realtà o viceversa.

Proprio come avviene nel momento topico della storia, quando il signor Ole con una barca a remi attraversa un tratto di lago per portare alla futura moglie Bess un gelato che arriva ormai sciolto e le dice: «Perché non inventiamo un motore da montare sulla poppa di una barca per spingerla senza alcuna fatica? Potrebbe essere un modo più rapido per andare a comprare un gelato e avere la certezza di mangiarlo».

Claudio Nobis