BRUNO CIANCI  per l’articolo “Lloyd’s Register, un patrimonio dell’umanità” pubblicato su Nautica


MOTIVAZIONE

I Lloyd’s sono entrati nel mio immaginario da quando, decenni fa, ho avuto la fortuna di navigare su grandi barche da crociera e da regata, alcune di queste d’epoca, progettate all’inizio del 900 da noti architetti navali. Molti di questi scafi erano assicurati presso i Lloyd’s o iscritti al Lloyd’s Register ma, non essendo io evidentemente l’armatore di questi gioielli, non ci avevo mai fatto caso più di tanto. Mi sembrava un marchio, una sigla. C’è voluto l’articolo di Bruno Cianci per scoprire un mondo complesso e articolato, legato all’espansione coloniale della Gran Bretagna, alla sua storia commerciale, allo sviluppo di un sistema di trasporto marittimo tra i più efficienti al mondo. Come ben racconta Cianci in uno stile asciutto ma divulgativo, la storia ha il suo inizio alla fine del 1600 a Londra, sul lato nord del Tamigi, nella caffetteria del Signor Edward Lloyd. Il caffè è il luogo di ritrovo di mercanti, assicuratori, armatori e spedizionieri di merci varie via mare, che s’incontrano per scambiare informazioni, raccogliere notizie e fare affari. Il raddoppio dei commerci marittimi tra il 1700 e il 1750 rende necessaria la disponibilità di dati raccolti sistematicamente e porta i clienti che si riuniscono nel caffè a dar vita nel 1760 alla Register Society, società di classificazione navale che diventerà nel 1764 il Lloyd’s Register, fonte primaria di informazione per gli addetti al settore marittimo, soprattutto assicuratori. Nel 1853 viene adottata la Croce di Malta da apporre alle navi come sinonimo di eccellenza mentre, con la nascita della vela sportiva, nel 1878 i Lloyd’s avviano un registro degli yacht. La storia continua nel 1900 con il coinvolgimento del Registro nel periodo bellico e con la sua espansione nei settori più diversi, da quello aereo a quello petrolifero, fino a impiegare oggi 7000 dipendenti in 78 paesi.

Ida Castiglione